Il simposio

FOSIT 2023: educazione per tutti!

L'appuntamento è fissato per domani alla sala polivalente del campus est USI-SUPSI di Lugano
© EPA/SAMIULLAH POPAL
Giorgia Cimma Sommaruga
10.11.2023 12:00

L’educazione è uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, che mirano a trasformare il nostro mondo entro il 2030. Ma quali sono le sfide e le opportunità che l’educazione presenta per la cooperazione internazionale? Ne parleranno gli illustri relatori che domani, sabato 11 novembre, dalle 9.30 alle 15.45, presso la sala polivalente del campus est USI-SUPSI di Lugano, prenderanno parte al simposio FOSIT 2023 che si propone con il titolo “Cooperazione internazionale: tutti promossi?”. Il tema di questa edizione è incentrato sull'obiettivo di sviluppo sostenibile numero 4 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite: «Garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti».

Equità, sostenibilità e qualità

Ma quali sono le sfide quotidiane in questo ambito? Beatrice Schulter, direttrice esecutiva di RECI - Réseau Suisse Education & Coopération Internationale -, che partecipa all’evento, spiega in cosa consiste l’SDG 4, dedicato all’educazione. «Si tratta di garantire un’educazione inclusiva, equa e di qualità e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti». Questo è l’obiettivo all’interno di un campo molto complesso, che riguarda diversi aspetti dell’educazione e dello sviluppo sostenibile. «Nel mio intervento al forum - spiega Schulter -, illustrerò l’obiettivo e i suoi sette sotto-obiettivi, in modo che i partecipanti possano avere una buona base della complessità e delle diverse sfide che si devono affrontare quando si parla di educazione e cooperazione internazionale».

L’educazione nel mondo

Attualmente, secondo Schulter, «non stiamo facendo bene affatto». L’educazione è un obiettivo in sé, ma è anche lo strumento principale per raggiungere tutti gli altri 16 obiettivi di sviluppo sostenibile. Secondo la direttrice «l’educazione deve mettere al centro l’apprendente, il bambino, ma anche l’adulto, l’individuo, e allo stesso tempo deve considerare ogni individuo come uno dei contributori per lo sviluppo sostenibile, ora e in futuro». E allora si comprende quanto sia urgente e importante assicurare che tutti i bambini nel mondo abbiano accesso a un’educazione inclusiva, equa e di qualità. «E se guardiamo questa situazione oggi - continua la direttrice -, 222 milioni di bambini in età scolare nel mondo non hanno accesso all’istruzione primaria e secondaria. Questo è un numero molto alto di individui che non possono andare a scuola». E perché non possono? «La maggior parte di questi sono bambini che vivono in povertà nel mondo, non necessariamente in situazioni di emergenza, ma semplicemente in povertà, soprattutto nei Paesi africani. Ma poi ci sono anche i bambini in contesti di emergenza, a causa di conflitti violenti, guerre, disastri naturali e cambiamenti climatici. E poi ci sono gruppi di bambini che tradizionalmente sono emarginati e che hanno meno accesso all’educazione di altri». E questi, come osserva Beatrice Schulter, sono soprattutto le ragazze, i bambini con disabilità, i bambini appartenenti a minoranze etniche e i rifugiati. Oltre all’ostacolo dell’accesso all’educazione non è da dimenticare la questione della qualità dell’educazione, che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo, ma anche i nostri Paesi. «Quante volte vediamo che i bambini che sono curiosi e vogliono imparare, dopo alcuni anni a scuola non si interessano più, perché forse l’educazione non corrisponde esattamente ai loro bisogni di sviluppo?».

«L’obiettivo meno finanziato»

Purtroppo la ricetta per affrontare e vincere queste sfide e migliorare la situazione dell’educazione nel mondo non è ancora stata inventata anche perché, sottolinea Schulter, «è un tema molto complesso e richiede la collaborazione di diversi attori e livelli. Ma posso dire che ci sono alcuni elementi chiave che possono fare la differenza». Tra questi, innanzitutto, «c’è la questione dei finanziamenti. L’educazione è un obiettivo che ha il consenso universale sulla sua importanza, ma allo stesso tempo è il meno finanziato tra gli SDG. È il più sottofinanziato. Come è possibile? Questo è il grande enigma su cui stiamo lavorando. Dobbiamo far conoscere questa realtà e cambiare questa situazione». «Dobbiamo far sapere alle persone perché l’educazione è così importante per lo sviluppo sostenibile, e come possiamo contribuire tutti a migliorare la situazione».

Prossime sfide

Tra le tante e imminenti sfide, attualmente Beatrice Schulter sta lavorando molto alla preparazione di un evento - il RECI Education Forum - che si terrà il prossimo 21 novembre a Berna. «Si tratta di una giornata di riflessione e dibattito, organizzata da RECI. L’obiettivo è di mettere in evidenza il ruolo chiave dell’educazione per lo sviluppo sostenibile, e di discutere le sfide e le opportunità che si presentano a livello nazionale e internazionale». L'obiettivo del Forum sull'istruzione sul tema "Mind the Gap" è quello di facilitare le discussioni sulle diverse lacune nell'istruzione e sulla loro interconnessione. I metodi innovativi utilizzati creeranno uno spazio per tutti i partecipanti per impostare i temi e sviluppare nuove idee per azioni future. «L’evento è aperto a tutti gli interessati, per questo ci tengo a dire che qualsiasi organizzazione o individuo in Svizzera che lavora nel campo dell’educazione e della cooperazione internazionale è benvenuto a unirsi alla nostra rete come membro o partner».

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